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Referendum taglio parlamentari, senatore De Bonis: “No rimonta nonostante spot di Di Maio. Salviamo bicameralismo voluto da padri costituenti”

“Di Maio si illude di aver imposto l’agenda costituzionale al Parlamento e confida nell’unità delle forze politiche del Sì. In realtà non si accorge che non solo questa unità è resa fittizia da molte dichiarazioni di dissenso da parte di tanti esponenti delle forze politiche, ma che nel suo stesso movimento larga parte dei parlamentari è a favore del No, senza considerare la base degli elettori, che è decisiva rispetto ai leader. Oggi cogliamo infatti segnali importanti di risveglio del No, che pur non avendo beneficiato di sufficienti spazi sulle emittenti televisive sta recuperando e pure alla grande, grazie al lavoro dei Comitati per il No. Il risultato sarà dunque molto più sorprendente di quanto si sarebbe potuto attendere fino a pochi giorni fa”.

Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, tra i promotori del No al referendum sul taglio dei parlamentari.

“Gli italiani – continua il senatore – hanno capito che il taglio non è una riforma tesa a risparmiare o a migliorare l’efficienza, ma un semplice spot elettorale per tentare di risalire la china, teorizzare la fine della democrazia rappresentativa e sostituirla con una piattaforma gestita da una società privata”.

“Ricordo inoltre a tutti che il bicameralismo del nostro sistema parlamentare fu voluto dai padri costituenti per fare in modo che le leggi emanate fossero vicine alla perfezione, grazie al doppio controllo da parte della Camera e del Senato. Chi lo ritiene un orpello di cui liberarsi, quasi che le due Aule fossero un’inutile ripetizione, mostra un’ignoranza costituzionale imbarazzante, e un disprezzo della democrazia ammantato di modernità. Nella presente legislatura, poi, vi è purtroppo la prassi consolidata per cui l’iter di un provvedimento si svolge nella sede (Camera o Senato) alla quale è assegnato in prima lettura. E il passaggio all’altro ramo del Parlamento serve in sostanza a dare una mera ratifica perché viene posta la fiducia, impedendo così un adeguato esame delle leggi. Per migliorare l’efficienza non serve una riforma costituzionale. Basterebbe modificare i regolamenti parlamentari in modo da prevedere un decurtamento dello stipendio per i parlamentari assenteisti e l’imposizione di un limite preciso al ricorso alla fiducia, un po’ come stanno facendo in Francia. Sono queste le vere questioni su cui intervenire, al di là degli slogan populisti. Per questo dobbiamo dire No a questo referendum!”.