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Irene Pivetti lancia un segnale al Governo: “Rivedere subito il Decreto Genova”

In occasione della Conferenza “Salviamo Genova. Uniti per ricominciare” organizzata da Italia Madre, la Presidente Irene Pivetti commenta così l’evento: “Questa conferenza è stata l’occasione per riflettere sulla realtà della città di Genova dopo il crollo del Ponte Morandi. La prima evidenza è l’assoluta mancanza di una visione coerente: dichiarare di voler rimettere in piedi la città, sostenere gli abitanti e sfruttare adeguatamente le sue risorse non vede seguire soluzioni che tengano conto del valore artistico, storico ed economico del ponte.

Il decreto legislativo approvato ieri – prosegue – sembra ignorare completamente lo sviluppo territoriale, il rilancio delle infrastrutture e le questioni relative all’impatto ambientale che la totale demolizione del ponte porterebbe, considerando i tempi di rimozione di edifici e macerie.

Sottovalutata, per non dire ignorata, è la questione economica. Il decreto prevede, con la sua operazione di demolizione, un dispendio enorme di spese e di tempo, è quindi evidente la mancanza, a monte, di una seria e approfondita analisi dei reali costi di realizzazione.

Si prevede uno stanziamento di 30.000.000 all’anno dal 2018 al 2029. Stiamo di fatto mettendoci seduti comodi aspettando un progetto che durerà 12 anni, con probabilmente anche persone che ci sguazzeranno dentro “mangiando” il possibile!

Da non trascurare infatti è la prevista istituzione di una nuova agenzia che si prenda carico della sicurezza dell’infrastruttura ferroviaria e autostradale, un’agenzia che può procedere all’assunzione di 300 dipendenti con lo stanziamento di un fondo apposito. Se dobbiamo tagliare i vitalizi, e siamo tutti d’accordo, non sarebbe il caso allora di sfruttare le risorse pubbliche con un certo criterio?

C’è la necessità, l’urgenza, di una discussione su questa ipotesi conservativa dell’opera!

Italia Madre vuole con forza riportare al centro i genovesi, le loro imprese. Prendiamo con decisione, fermamente, questa posizione convinti che sia quella sana, quella in grado di ripristinare nel minor tempo possibile le migliori condizioni territoriali, economiche e sociali.