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Grano, senatore De Bonis: “Biologico sbandierato a parole ma discriminato nei fatti, intervenga Ministro Patuanelli. Scriveremo anche a Bruxelles”

Grano, senatore De Bonis: “Biologico sbandierato a parole ma discriminato nei fatti, intervenga Ministro Patuanelli. Scriveremo anche a Bruxelles”. Di seguito la nota integrale.

“La produzione biologica è il caposaldo di qualsiasi rivoluzione verde si voglia intraprendere. Lo ha detto chiaramente anche l’Europa con il Green Deal e il Next Generation. Che cosa accade invece? Che nell’ambito della costituzione della CUN sperimentale sul grano duro venga rigettata proprio l’idea di quotare il grano biologico e di inserirlo nelle schede di mercato. E che a farlo siano le associazioni degli acquirenti, cioè i trasformatori, è comprensibile, anche se non giustificabile. Che invece la cosa sia bocciata da due importanti associazioni in rappresentanza degli agricoltori è del tutto inaccettabile. Siamo in una fase di mercato in cui le differenze tra grani convenzionali e grani bio si assottigliano sempre di più. È necessaria dunque una quotazione trasparente per stanare gli speculatori. Scriveremo a Bruxelles per evidenziare lo scandalo di un biologico sbandierato a parole ma trascurato nei fatti, e in tal modo affidato alle fauci della speculazione”.

Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, commentando i lavori di costituzione della Commissione unica nazionale per il grano duro in via sperimentale, in merito alla quale pochi giorni fa ha presentato una interrogazione alla quale ha risposto l’altro ieri in Commissione il sottosegretario delle Politiche agricole alimentari e forestali Francesco Battistoni.

“Il Ministro Patuanelli – dichiara il senatore – ha il dovere di intervenire per contrastare questa azione che ha tanto il sapore di greenwashing. Non ci convince la risposta del Sottosegretario Battistoni, per il quale il Ministero può solo proporre ma non imporre: le disposizioni comunitarie in materia di biologico sono chiare. Mi chiedo allora come intendano promuovere il biologico se non intendono farlo in una sede come la CUN, che nasce proprio per riequilibrare la formazione dei prezzi del grano in modo tale da non penalizzare i produttori. Perché questo dovrebbe valere per i grani convenzionali e non, a maggior ragione, per quelli bio? Le qualità reologiche e tossicologiche del grano devono essere uno dei pilastri della quotazione del prodotto, e il grano biologico è sicuramente quello che dà maggiori garanzie sotto tutti i punti di vista, di salubrità e di qualità. Dunque non va discriminato, senza se e senza ma”.