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Matera città più sicura d’Italia. Il consigliere Pedicini spiega perchè

L’argomento più dibattuto di quest’estate è certamente la sicurezza, ha impegnato il governo e le amministrazioni con le più disparate ed a volte singolari soluzioni, ognuno confida di aver trovato la ricetta giusta. Quale delegato alla sicurezza della città capofila nella nota classifica nazionale, mi viene naturale dover fare delle considerazioni e, se del caso, spiegare quali sono le soluzioni per giungere a siffatti risultati, anche perchè resto convinto, che il sistema di sicurezza posato in questa città, sia un modello da esportare, senza speciali accorgimenti, fatto semplicemente di impegno e coinvolgimenti ampliati.
Non solo le statistiche dei dati relativi all’ordine pubblico nelle città italiane danno alla nostra città il primato della più sicura del paese, ma persino il numero di reati denunciati risultano inferiori rispetto all’anno precedente.
L’attestazione non può far altro che gratificare la città e tutti coloro che hanno contribuito al risultato, in proposito va affermato che questa è una città dove la sicurezza non è solo un dato statistico ma, soprattutto la persuasione e la percezione di vivere n una città nella quale la sicurezza è palpabile e concreta.
Nel momento in cui si fa un gran parlare di ronde, d’impiego diffuso di militari e di sicurezza allargata, nella città più sicura del paese la politica della sicurezza si pone su diverse angolazioni, impiantando un controllo del territorio basato sulle moderne tecnologie e sull’impegno collaborativo dell’intera cittadinanza. Il risultato ottenuto è notevole se si pensa che solo 10 anni orsono la situazione era esattamente ribaltata, quindi l’effetto è stato concretamente ottenuto, in una città ora sgombra da organizzazioni criminali e spacciatori di droga, i cittadini sanno che l’attuale primato è il frutto di scelte oculate che in un decennio hanno permesso di sconfiggere la criminalità organizzata per poi affrontare con efficacia una lotta serrata alla microcriminalita e al disagio sociale.
Il capillare controllo del territorio ed il concreto coordinamento tra le forze dell’ordine, ha permesso di coinvolgere il cittadino in un criterio di sorveglianza dilatata che, parte dal cittadino per arrivare alle Polizie dello Stato, in sostanza di quel discorso antico di una città che viveva e vive di vicinato.
Un secondo aspetto si appoggia sulle strutture amministrative che si interpongono nel sociale e che svolgono un importante ruolo nell’ambito del recupero del disagio giovanile, delle tossico dipendenze, nel reinserimento dei detenuti, nell’accoglienza agli stranieri, insomma in quel contesto che è la grande catena sociale di cui è pregna la città. Un ruolo non secondario è sviluppato dalle associazioni di volontariato sempre presenti nel donare il loro contributo nelle occasioni più disparate.
Un ultimo aspetto, è quello che attiene alla repressione, ruolo svolto esclusivamente dalle ottime strutture investigative delle Polizie di Stato, nella nostra città, non si tralasciano i reati di microcriminalità, (furti, d’auto, in appartamento, piccole truffe, borseggi, ecc,), in altre realtà tali reati costituiscono un fatto puramente statistico, qui si impegnano le migliori risorse, consegnando la convinzione che ogni fatto, che in altri centri apparirebbe irrilevante, venga data rilevanza.
E’ pur vero che in questo territorio sgombrato dalla criminalità l’insediamento di nuove strutture risulta difficile ma i tentativi sono puntualmente stroncati sul nascere dando la percezione di un territorio difficile per il radicamento della criminalità organizzata con le strutture operative di Carabinieri e Polizia, sempre vigili.

Tali aspetti sono talmente evidenti che nella mia attività ho spesso constato l’osservazione con cui  organizzazioni di elevato livello operanti nella vicina Puglia, si mantengono lontane da questo territorio ben conoscendo l’impegno investigativo tendente con insistenza a reprimere anche i più piccoli reati.

Insomma, senza ronde, senza interventi di gran clamore legislativo, incidendo su quello che si ha, diffondendo la cultura della legalità, si può creare un modello d’eccellenza, il metodo è quello di dare origine a presupposti affinché le istituzioni comunichino tra loro, interagiscano in modo attivo, frizionando gli ambiti di competenza in favore delle emergenze più disparate, condensando un clima di cordialità tra i vertici istituzionali delegati a dirigere l’ordine e la sicurezza pubblica in questa città dall’apparenza facile.

Il consigliere comunale delegato alla sicurezza
Adriano Pedicini