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Coronavirus, restano aperte a Matera le scuole dell’infanzia. Sindaco Bennardi incontra i dirigenti scolastici. Avviata somministrazione vaccino anti Covid

 

L’attività delle scuole cittadine dell’infanzia è stata al centro di un incontro in videoconferenza tra il sindaco, Domenico Bennardi, l’assessore alla Sicurezza sociale, Raffaele Tantone, e i dirigenti scolastici.

L’Amministrazione comunale ha ritenuto di garantire il proseguimento delle attività inquanto, rispetto a due giorni fa – quando è stata emessa l’ordinanza del presidente della Regione che non ha previsto alcuna prescrizione per le scuole dell’infanzia – non sono sopravvenute nella nostra città situazioni diverse di emergenza sanitaria tali da giustificare ulteriori provvedimenti.
Il Comune, inoltre, ha già avviato un intenso piano vaccinale per gli insegnanti e il personale Ata. Da questa mattina, infatti, nella tensostruttura installata presso l’ospedale Madonna delle Grazie, sono iniziate le somministrazioni del vaccino destinate proprio alle professioni scolastiche dell’Infanzia. La prima maestra vaccinata è stata Serafina Anna Sacco della scuola dell’infanzia “Padre Giovanni Minozzi”.

“Le misure di prevenzione e contrasto al Covid 19 pongono di fronte a scelte complesse che, benchè ponderate e valutate in maniera approfondita e coscienziosa – ha spiegato il sindaco -, difficilmente sono scevre da aspetti critici, a prescindere dagli ambiti nei quali tali decisioni vengono adottate e a prescindere dai soggetti chiamati a decidere, siano essi scienziati, medici o politici. E’ così anche per quanto riguarda le scuole dell’infanzia cittadine, nelle quali non sono stati ravvisati focolai”.

“Sono tornato a parlarne questo pomeriggio in un incontro in videoconferenza con i dirigenti scolastici. A fronte della richiesta di sospensione delle attività educative in presenza per i bambini dai tre ai sei anni di età, che non hanno nessun obbligo di frequenza scolastica, ho ritenuto opportuno evidenziare e valutare i rischi e le preoccupazioni manifestate a più riprese non soltanto dalle famiglie, ma anche dall’ordine nazionale degli psicologi, circa i diritti e la salute dell’infanzia. Infatti, oltre ai comprensibili disagi per i genitori che non hanno la possibilità di assentarsi dal lavoro per accudire i figli in alcune ore del giorno, vi sono motivazioni che attengono la socialità, la crescita psicomotoria, l’espressione degli affetti e delle emozioni. Prima di ordinare la chiusura della scuola e il confinamento dentro le mura domestiche dei bambini, è doveroso tenere conto degli effetti sul benessere mentale. La salute e la cura delle giovani generazioni è un bene comune che non può essere sacrificato laddove non vi siano oggettivi rischi di focolai ed emergenze sanitarie; decisioni diversamente assunte – ha concluso Bennardi – potrebbero rappresentare un abuso che mina i diritti dell’infanzia”.