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Ungulati e lupi nelle mire dei bracconieri nel Bosco Pantano di Policoro, denunciati due uccellatori napoletani dai Carabinieri di Lauria. CABS: “Illeciti frequenti quanto distruttivi”

“Lacci” ma forse sarebbe meglio definirli per quello che sono: cappi in metallo per gola ed arti di animali selvatici. Lo sottolinea il CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio, dopo il ritrovamento di una decina di trappole nell’area protetta del Bosco Pantano di Policoro.

Le trappole, trovate e disarmate dal personale dell’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura della Regione Basilicata, avrebbero messo a repentaglio la vita di ungulati e lupi. “Giustamente – ha riferito il CABS – nello stesso comunicato della Regione viene evidenziata non solo l’esigenza di tutelare la fauna ma anche i cittadini che frequentano il territorio quali potenziali vittime delle trappole piazzate dai bracconieri”.

“I “lacci” – spiega il CABS – causano sofferenza e morte per la fauna che vi dovesse rimanere bloccata. L’animale terrorizzato cerca di scappare stringendo ancor di più al collo il cappio. Vi sono altresì casi di autoamputazione nel caso di presa agli arti o di rottura del diaframma quando il laccio stringe sull’addome. Un sistema orrendo, purtroppo molto diffuso nel nostro paese”.

Il CABS torna a sottolineare l’esigenza di inasprire i reati attualmente previsti per chi si macchia di tali illeciti. “La legge di settore – ha concluso il CABS – è vecchia di un quarto di secolo ed è palesemente inadeguata a fronteggiare il problema del bracconaggio, dilagante in Italia”.

Nuovo attacco alla fauna lucana. Uccellatori napoletani ancora in trasferta

A distanza di poco più di un mese dall’intervento dei Carabinieri di Viggiano, nuovi presunti uccellatori napoletani in trasferta in Basilicata. Ad essere interessata è ancora una volta la provincia di Potenza. I Carabinieri di Lauria hanno infatti comunicato dell’avvenuta denuncia di due persone entrambe della provincia di Napoli, che sarebbero state trovate intente a praticare l’uccellagione, ossia la cattura illegale di avifauna selvatica.

“Il nuovo caso – ha sottolineato il CABS, l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio – sottolinea ancora una volta quanto diffusa sia l’attività di uccellatori partenopei in Basilicata e non solo. Napoli e la sua provincia, infatti, rappresentano un centro nodale del commercio illegale di avifauna protetta. Sono stati trovati intenti nella loro attività non solo in Basilicata, ma anche in molte altre regioni italiane”. Secondo il CABS occorre urgentemente un inasprimento delle sanzioni. La pratica dell’uccellagione, bandita ormai da numerosi decenni, continua ad essere esercitata in barba alla legge non solo nazionale ma anche comunitaria.

Nel caso di Lauria è stata rinvenuta una rete in nylon ed altra attrezzatura utile alla pratica dell’uccellagione tra cui una gabbia per uccelli, ben tre richiami elettronici, una borsa contenente pinze, spago, ferri, mollette ed altro ancora. Tredici i cardellini che sono tornati in libertà grazie all’intervento dei Carabinieri.