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Asm: al via la fase sperimentale dei braccialetti identificativi

L’Azienda Sanitaria Locale di Matera ha messo in campo una procedura per identificare il paziente senza possibilità di errore, al fine di promuovere una cultura della sicurezza. Il 12 febbraio, alla presenza del Direttore Generale Dott. Pietro Quinto, il gruppo di lavoro ha presentato il progetto dei ‘braccialetti identificativi’ alla dirigenza medica ed infermieristica dell’Asm ed ha avviato una fase di sperimentazione presso il P.O. di Matera che si concluderà nel prossimo mese. Al termine della sperimentazione, la procedura sarà implementata in tutte le strutture di ricovero dell’Azienda Sanitaria.

“La ‘corretta identificazione del paziente’ costituisce una delle principali raccomandazioni cui dover ottemperare nell’ambito della politica della clinical governance per gli errori in sanità”, ha affermato il dott. Aldo Di Fazio, medico legale e Clinical Risk Manager Aziendale, coordinatore del gruppo di lavoro multidisciplinare che ha sviluppato la procedura sotto la supervisione del Direttore Sanitario, dott. Domenico Adduci. “E’ uno degli standard della Joint Commission International per l’Accreditamento degli Ospedali -ha continuato Di Fazio- rappresentando l’elemento chiave di gestione organizzativa, clinica ed assistenziale rispetto all’impedire del verificarsi dell’evento sentinella: ‘procedura in paziente sbagliato’. Il bracciale identificativo apposto al paziente fin dal primo momento del ricovero, con ‘Bar-code e dati ID univoci’ potrà di molto aiutare a contenere e ridurre possibili errori umani degli operatori in tutte le fasi diagnostico-terapeutiche, clinico-assistenziali del paziente durante il suo ricovero in ospedale, o per procedure ambulatoriali di elevata complessità o rischio per il paziente, come potrebbe verificarsi nelle emotrasfusioni. La procedura aziendale prevede la stampa dei braccialetti identificativi al momento del ricovero ed il loro posizionamento al paziente solo da parte di personale sanitario. Il braccialetto verrà mantenuto dal paziente per tutta la durata del ricovero e potrà essere sostituito in caso di usura o altre necessità. Il braccialetto identificativo -ha concluso il coordinatore del gruppo di lavoro- consentirà anche al paziente un atteggiamento di ‘coinvolgimento all’atto di cura’, favorendo la proattività, al fine di svolgere un ruolo di controllo attivo e collaborazione in condivisione con il personale sanitario”.