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Turismo-disastro a Matera: l’affondo di Confesercenti

fotomatera

Siamo alla fine di una estate difficile per l’economia della nostra città; gli auspici sembravano buoni, considerando i numeri del 2006, un anno positivo che sembrava voler dare inizio ad un trend in crescita e  corrispondente al valore reale della città
È accaduto, invece, che ci siamo trovati di fronte ad una stagione disastrosa e sconfortante, con una impennata di quel turismo cosiddetto “mordi e fuggi” ; tutto ciò, per le nostre imprese, dal punto di vista economico, non ha significato nulla di positivo.
Si sa che “quando la pancia è vuota, lo stomaco si lamenta” e così si è scatenata una corsa alle responsabilità, in un gioco di “tutti contro tutti”, in cui ciascuno, anziché richiamare le proprie colpe, ha preferito trovare in altri la causa dei propri mali.
Sinceramente non sappiamo se le colpe maggiori siano da attribuire ad una pubblica amministrazione che, nella sua interezza, ha ignorato i problemi del territorio, e continua a navigare a vista, senza prospettive ne strategie.
L’industria legata al manifatturiero ci consegna, ogni giorno, numeri drammatici nella loro interezza, segnalando le difficoltà di un settore che, da tempo, segna il passo; da mesi noi, sottolineando questo, richiamiamo la Regione ad un atteggiamento e ad un impegno migliori, indicando quella che per noi è la via maestra, lo sviluppo di una strategia di rilancio e potenziamento del settore turistico.
Aspettiamo ancora trepidanti che l’Assessore regionale alle Attività Produttive ci dica cosa intende fare: le buone intenzioni, a sentirne le dichiarazioni, ci sarebbero tutte ma, poi, inspiegabilmente, le azioni non ci sembrano corrispondenti.
È così complicato dire (e “fare”) che l’APT deve essere trasferita a Matera, perché Matera può e merita di diventare baricentrica rispetto alla volontà di rilanciare il turismo nel nostro territorio?
È così complicato impedire a tutti gli enti ed entini, di disperdere in mille gocce i già scarsi finanziamenti per il turismo, la promozione del territorio e la valorizzazione di quelle risorse, storia, artigianato, enogastronomia, cultura, ambiente, che rappresentano il top della nostra Lucania?
È così complicato ipotizzare una cabina di regia (che sia immediatamente operativa, anzi avrebbe già dovuto esserlo) per tutte le iniziative, senza lasciare nulla al caso, per evitare di disperdere soldi, ed ottenere risultati effettivi per il territorio?
Non abbiamo ancora capito se le intenzioni della Regione corrispondano alle necessità REALI del territorio di rilanciarsi, abbiamo solo sentito parole che mettono Matera al centro degli interessi ma, poi, nessuna strategia sembra voler mettere realmente Matera al centro degli interessi, anzi non abbiamo ancora capito se esiste una strategia.
Certo anche a livello locale le cose da fare sono tante: ogni sforzo sarà inutile se tutti gli operatori economici (ristoratori, albergatori, commercianti, artigiani, guide) non si adopereranno per “remare nella stessa direzione”.
Ci chiediamo che senso abbia quanto accaduto in una via del centro storico della città dei Sassi, dove in un locale pubblico i servizi igienici sono “guasti” ed inaccessibili ai turisti da oltre un anno, mentre in altri due locali gli stessi servizi (pubblici per definizione) sono riservati ai soli clienti.
Quanti turisti, dopo aver goduto della bellezza e della storia dei Sassi, ricorderanno ancora amaramente la loro visita per una “pipì negata”?
Immagino anche la sorpresa di quei turisti che, nei Sassi, hanno acquistato una bottiglietta da mezzo litro di acqua minerale alla modica cifra di 1,50 euro, o di quelli che si sono recati a Matera in cerca di una area di sosta per camper indicata nelle guide ed invece chiusa all’accesso.
Per le guide turistiche, invece, scatta uno strano meccanismo: sembrano come tarantolate quando passano davanti ad alcune attività commerciali, senza dare il tempo ai loro clienti di fermarsi per fare acquisti, mentre sembrano più “accondiscendenti”con altri negozi…a chi giova tutto ciò?
In tutto questo si inserisce la polemica, mai sopita, sul famigerato “bando di comunicazione e marketing territoriale della città di Matera”.
Avevamo già segnalato l’anomalia, comunque lecita, per carità, del mancato coinvolgimento dei rappresentanti delle associazioni di categoria per discutere dei contenuti e delle offerte presentate, per garantire una certa corrispondenza fra quanto chiesto nel bando e quanto necessario al territorio ed alle sue imprese.
Le cose invece sono andate come tutti sanno, con un prodotto finale che non riteniamo all’altezza del prestigio degli aggiudicatari ma, soprattutto, che non rende merito a Matera ed alla sua bellezza, alla sua storia, alle sue unicità.
Si è vista una foto che ci ha colpito, in particolare, quella di un anziano che “sniffa” una forma di pecorino: e il pane di Matera dove è finito?
Dove sono finiti gli sforzi per rilanciare le tipicità del territorio? Dove è finita la promozione dell’artigianato artistico materano? Nei marchi di filiera del progetto di marketing risultato vincitore del bando, manca ogni qualsiasi riferimento all’artigianato; e la cartapesta, la terracotta, il tufo, i nostri meravigliosi cucù, dove sono finiti?
Questo accade quando si decide di ignorare la disponibilità alla collaborazione delle associazioni di categoria, che rappresentano gli interessi di centinaia di micro-imprese, quelle che continuiamo a definire la vera ossatura dell’economia locale.
Nel nominare la “commissione di controllo” sempre relativa al bando di promozione territoriale, si è scelto, nuovamente, di fare a meno delle associazioni di categoria, della loro esperienza, della loro conoscenza dei problemi e delle esigenze del territorio: poi, però, si parla, anche a livello di amministrazione comunale, di coinvolgimento, di dialogo, di confronto, un modo molto elegante per “dire una cosa e farne un’altra”.
Rispetto al bando, ed alla opportunità, ipotizzata da alcuni, di pagare una penale e rescindere il contratto, riteniamo che, a fronte di un investimento complessivo di  1 milione e mezzo di euro,  e visto il forte distacco del progetto vincitore dalla realtà materana, sia meglio perdere il finanziamento che spendere male soldi pubblici.
Non apparteniamo a quella corrente di pensiero che sarebbe dispiaciuta della perdita di quei soldi, perché i soldi, anche quando sono “gratis”, vanno sempre investiti, non sprecati: spendere per spendere non ha alcun senso, ed ogni singolo euro deve rappresentare un ritorno economico per la città, altrimenti è meglio rinunciare.
Auspichiamo un maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria in tutto quello che riguarda il nostro futuro: non possiamo permettere che una classe politica, che ci sembra lontana dai nostri bisogni, decida del nostro futuro senza averci coinvolto: riteniamo il confronto ed il dialogo, richiamato sino ad oggi, un passo fondamentale, ma siamo anche stanchi di non essere stati ancora sentiti, mentre l’economia del territorio va a rotoli e noi, come al solito, non possiamo far altro che trovarci fra incudine e martello.