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E’ morto Emilio Colombo: il politico lucano si è spento a 93 anni. Foto inedite su “Consiglio informa”. Mercoledì 26 giugno i funerali dalle ore 10,30 a Roma, camera ardente nel pomeriggio a Potenza presso il Municipio. A Matera bandiere a mezz’asta. Cordoglio del mondo politico regionale e omaggio a Colombo di Sergio Laterza per W la trottola

E’ morto nella sua abitazione a Roma il senatore a vita lucano Emilio Colombo. Aveva 93 anni ed era l’ultimo “padre costituente” ancora in vita. Nella sua lunghissima carriera politica ha ricoperto l’incarico di presidente del Parlamento Europeo, di presidente del Consiglio ed è stato più volte ministro.  I funerali del senatore a vita Emilio Colombo si svolgono a Roma  mercoledì 26 giugno 2013  alle ore 10.30, nella Chiesa di Sant’Emerenziana alla presenza delle più  alte cariche dello Stato. La Basilicata in particolare sarà rappresentata dal Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo.
La salma sara’ poi trasferita a Potenza, la città che ha dato i natali a Colombo, dove nel pomeriggio sara’ allestita la camera ardente all’interno del Municipio. Nella mattinata di giovedì 27 giugno, alle ore 11,30 è prevista una funzione religiosa nella Cattedrale di Potenza. La salma sarà quindi tumulata nella tomba di famiglia, nel cimitero del capolupogo di regione.

(nella foto www.sassilive.it Emilio Colombo in una foto scattata a Matera nel 2010 in occasione di un comizio per una campagna elettorale).

Su Consiglio Informa le foto inedite di Emilio Colombo.
Dalle riviste del Consiglio regionale i contributi offerti dallo statista in occasione di due date importanti, i 40 anni della Regione e i 150 anni dell’Unità d’Italia e un servizio fotografico di Giovanni Marino.

Riproponiamo due interessanti contributi del senatore Emilio Colombo, scomparso in questi giorni, pubblicati nella rivista “Basilicata Regione Notizie”, edita dal Consiglio regionale della Basilicata in occasione delle manifestazioni organizzate per ricordare i 40 anni della Regione e delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Dalle pagine di “Basilicata Regione Notizie”, l’europeista e il meridionalista esalta il valore dell’Italia una e indivisibile. Riannodando i fili di un passato difficoltoso ma fervido di idee, declina una profonda riflessione sui 150 anni dell’Italia di ieri e quella di oggi. Ne scaturisce il valore del cammino compiuto, l’importanza della missione delle Regioni, il  ruolo del Mezzogiorno come soggetto cruciale del processo di unificazione, ma anche il modo con cui guardare al futuro, “ritrovando la purezza e gli ideali dei tempi nei quali abbiamo cominciato il nostro cammino, quello del Risorgimento e riducendo i divari”.

Insieme all’intervento tenuto da Colombo durante il Convegno su “Risorgimento e Mezzogiorno”, organizzato per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e all’intervista rilasciata al direttore responsabile di “Basilicata Regione Notizie”, Maurizio Vinci, un servizio fotografico, realizzato in esclusiva per la rivista da Giovanni Marino, nell’ottobre del 2010. Sono immagini che ritraggono lo statista nell’intimità della sua casa potentina, tra gli oggetti a lui più cari e il patrimonio fotografico raccolto negli anni del suo lungo impegno politico e gelosamente custodito.

Morte Colombo, presidente Regione Basilicata Vito De Filippo: “Silenzio di fronte a incedere storia, ma piango il maestro”. Il commento del presidente della Regione Basilicata alla scomparsa del senatore a vita lucano.

“Di fronte all’incedere della storia si può solo restare in un rispettoso silenzio. Ma con la scomparsa del presidente Colombo non scompare solo lo statista, ma anche il maestro di molti di noi, di un’intera classe dirigente. Per questo riesco ed esprimere in questo momento solo un grande dolore”. Così il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo appena appreso della dipartita del senatore a vita lucano”.

 
Scomparsa Colombo, sindaco di Matera Salvatore Adduce: “A Matera bandiere a mezz’asta”.

“Nei due anni di lavoro al senato tra il 2006 e il 2008 ho avuto la fortuna di salutare spesso Emilio Colombo che seduto in prima fila, dove il posto viene riservato ai senatori a vita, sfogliava il fascicolo dell’ordine del giorno della seduta. E quando raramente prendeva la parola in un’aula divenuta in quei mesi un fortino da espugnare, visti i numeri di cui disponeva la debole maggioranza che sosteneva il governo, le sue parole, il tono fermo e risoluto senza mai perdere la proverbiale eleganza rendevano chiaro a tutti che parlava un uomo appartenuto ad un altro tempo e nella politica forse, ormai, ad un altro pianeta. E tuttavia ognuno era costretto a confrontarsi con l’attualità del suo pensiero. Tante cose ci hanno diviso, ma tante altre ci hanno accomunati”. Lo afferma il sindaco di Matera, Salvatore Adduce. E aggiunge: “Scompare il politico lucano più importante dal secondo dopoguerra ad oggi e tra gli uomini politici italiani con la più grande idea di Europa unita. Lascia in eredità una grande stagione riformista voluta con De Gasperi e che ha coinvolto direttamente la Basilicata soprattutto con la riforma agraria. Volle l’industrializzazione forzata  della Valle del Basento con l’epopea del metano di Enrico Mattei, fu notevole modernizzatore con il programma delle grandi opere infrastrutturali che hanno sottratto la Basilicata da un secolare isolamento. Con la legge del 1952 per lo svuotamento e del 1986 per il risanamento e recupero dei Sassi di Matera Colombo ha dato un contributo prezioso determinante  allo sviluppo della città patrimonio dell’Umanità. La città di Matera oggi è in lutto e partecipa a questo dolore con la bandiera a mezz’asta”.

Scomparsa Colombo, assessore regonale Luca Braia: “Con scomparsa Colombo Basilicata perde sua “riserva aurea. “Sempre pronto a intervenire per la sua Regione ci consegna l’eredità di Padre Costituente e padre dell’Europa unita”

“L’addio a Colombo, oltre al dolore, ci lascia un profondo senso di solitudine. Da parte nobile, non di una parte politica ma dell’intera Basilicata, sebbene proiettato su scenari nazionali e mondiali ha fino all’ultimo rappresentato una ‘riserva aurea’ della Regione, pronto a intervenire con il suo apporto di pensiero e azioni ogni qualvolta ce ne fosse bisogno, nel caso delle scorie a Scanzano, come nella lotta contro l’abolizione della Provincia di Matera”. Così l’assessore alle infrastrutture della Regione Basilicata, Luca Braia, dopo aver preso parte ai funerali dello statista nella Basilicata di Sant’Emerenziana.
“Se la morte di Colombo ci fa sentir più soli – aggiunge Braia – ci consegna anche una grande eredità, culturale, politica e sociale di cui un tassello fondamentale è quella scelta convintamente europeista che meno di un anno fa lo portava a sostenere che ‘Quella per cui ci battiamo è una Europa che non solo sia un’immagine di riferimento letterario ma una forza viva, in cui è feconda la collaborazione tra forze politiche ed ideali di matrice diversa, ma che tutte si incontrano nell’apertura, nella tolleranza e nei valori spirituali che sono a fondamento della sua millenaria cultura. Valori in cui tutti gli europei si riconoscono a nome di diversi ideali a cui dobbiamo reciproco rispetto. Un’Europa dunque impegnata in nuovi ambiziosi traguardi civili ed umani, in un mondo che attende la sua vitalità ideale e culturale, il suo umanesimo, le sue risorse spirituali ed umane’.  E queste parole – conclude Braia – ci fanno capire come ci abbia lasciato non solo un padre costituente italiano, ma un padre dell’Europa unita”.

Scomparsa Colombo, il ricordo del consigliere regionale Santochirico.
Il presidente del Consiglio regionale parteciperà mercoledì 26 giugno a Roma ai funerali del senatore a vita.
“Quelli della mia generazione sono cresciuti con l’insegnamento, ricevuto dai padri e dai nonni, di parti politiche fortemente contrapposte, avverse. Per chi, come me, si è formato nel Partito comunista, questa contrapposizione si impersonava in Emilio Colombo, il leader della Democrazia cristiana che raccoglieva il consenso popolare e che interloquiva con i grandi della Terra. Uso le parole di Colombo: ‘Ma quello era un confronto tra culture e visioni politiche diverse, non uno scontro tra persone, che si svolge come nel vuoto; una dialettica tra idee, e non voglio certo dire tra ideali diversi, perché saliremmo su un altro piano, che oggi mi sembra sconosciuto’. E infatti lui, padre costituente, sedeva accanto a Benedetto Croce, Alcide De Gaspari, Palmiro Togliatti, Pietro Nenni, Umberto Terracini, Giuseppe Dossetti, Nilde Iotti, per citarne alcuni, tutti con idee, ideali, differenti. In quell’aula che aveva assistito al declino della democrazia, si sposavano insieme un passato tragico, il presente ed anche le speranze per il futuro. In un’Italia sconfitta non soltanto militarmente, ma con la distruzione fisica delle sue città, delle sue strade, delle sue infrastrutture, e assai provata moralmente.

Non voglio fare una elencazione delle grandi sfide attraversate da colui che è stato, per più di mezzo secolo, protagonista della storia italiana ed europea, accompagnando la ricostruzione e lo sviluppo del Paese e partecipando agli snodi decisivi del processo di integrazione europea. Valgano, piuttosto, gli insegnamenti, maturati nonostante il difficile clima di contrapposizione.
Il “democristiano con il colbacco”, era chiamato: quello che gli regalò Andrej Gromiko, il ministro degli esteri dell’Unione sovietica, noto come “mister nyet”, che tuttavia si fece convincere a partecipare alla Conferenza di Madrid sulla Cooperazione in Europa. E Colombo fu tra coloro che convinsero Togliatti ad abbandonare la concezione centralista dello Stato, per una più regionalista nell’ottica di realizzare un’architettura con una ricca articolazione democratica all’interno dell’unità statuale. Celebre il suo contraddittorio con Francesco Saverio Nitti, per sostenere il ruolo delle Regioni, ma anche i Comuni, non come un elemento di indebolimento, bensì di rafforzamento dello Stato. Egli voleva cioè fare partecipe della organizzazione e della vitalità dello Stato le espressioni locali ed in modo particolare, oltre ai Comuni che erano una realtà già affermata, le Regioni come espressione di zone più ampie organizzate. Ed è stato proprio Emilio Colombo, il 22 maggio 1971, in qualità di presidente del Consiglio dei Ministri, a firmare lo Statuto della Regione Basilicata.

Quando fu chiamato per la prima volta a fare il ministro del Tesoro, vi era un’inflazione a due cifre, cioè la più alta inflazione dopo quella del dopoguerra che era stata bloccata da Einaudi e De Gasperi. L’Italia era in una situazione economica non meno grave di quella attuale.  La ricetta – anche in quel caso concordata con i partner europei, ma su presupposti diversi e da posizioni differenti – fu quella di abbattere quel tasso di inflazione così alto senza abbattere la crescita del reddito.

“Il malessere sociale si combatte con il riformismo. Se c’è un messaggio che vorrei affidare a chi è più giovane di me – ha detto – è di credere nella democrazia senza imboccare scorciatoie, di difenderla dalle tossine del populismo che diviene una inclinazione diffusa e una illusione se persuade che la democrazia non implichi fatica, sacrifici e coerenza”. Ha difeso i partiti – “luogo in cui si formano le classi dirigenti” – dal personalismo e dalle tendenze plebiscitarie. Di fronte ai suoi errori, ha saputo chiedere scusa alla nazione intera, caricandosi della responsabilità e non consumando ipocrisie.

I problemi di oggi hanno già attraversato la storia del nostro Paese: la crisi economica, il malessere sociale, le difficoltà dei partiti e la credibilità della classe politica. Il presidente Colombo avrebbe detto: ‘Ce la facciamo? Ma ce la dobbiamo fare’!”

 

Morte Colombo, nota assessore Nicola Benedetto.

“Il mondo agricolo lucano, ed in generale del nostro Paese, avrà sempre riconoscenza per l’impegno del Presidente Emilio Colombo, uno dei maggiori artefici della Riforma Agraria e più volte ministro all’Agricoltura”. E’ quanto sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Benedetto, evidenziando “la lezione politica di Colombo ai tempi delle rivolte contadine: il malessere sociale si combatte con il riformismo”.
“Inoltre da profondo europeista – aggiunge – ha sempre svolto un’attività di tutela dell’agricoltura meridionale specie durante la prima fase di vita dell’Unione Europea quando gli attacchi lobbistici di alcuni Paesi concorrenti contro le nostre produzioni di qualità erano più forti”.

 

Morte Colombo, DC: “Simbolo storico di valori democratico-cristiani non negoziabili

“Insieme al costante ed affettuoso incoraggiamento a continuare a tenere vivi i valori della Democrazia Cristiana, del Presidente Emilio Colombo ricordiamo due momenti: il primo più recente, la seduta d insediamento del Senato nella XVII Legislatura quando ha  invitato i parlamentari a mettersi al servizio del Paese, appellandosi poi alla coesione sociale e all’unità nazionale; il secondo, il discorso-testamento sull’Europa unita che fece nel 2011 a Losanna, dopo aver ritirato la prestigiosa medaglia Monnet”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della DC-Libertas della Basilicata, Giuseppe Potenza, aggiungendo che la federazione regionale della DC lucana sarà a lui intitolata, “come sono certo avverrà per le nuove sezioni comunali dello scudo crociato”.

“Emilio Colombo – evidenzia Giuseppe Potenza – non è stato un tecnico specialistico a senso unico e, quindi, unilaterale: lo abbiamo incontrato, in primo luogo, come esponente del movimento cattolico italiano, non solo partitico, ma di quello che si nutriva dell’insegnamento sociale della Chiesa cui fare riferimento per l’azione politica, in coerenza con valori non negoziabili. Poi lo abbiamo trovato come una delle guide della vita economica del Paese, come Ministro di vari Dicasteri economici o con un forte impatto economico e agli Esteri. Oggi dobbiamo riconoscere che si deve a persone come Colombo un agire per niente ripetitivo. La sua azione (come quella di quanti hanno dedicato la loro vita ad un’attività politica concepita come missione), anche se segnata dagli anni, porta un patrimonio di valori che viene dagli insegnamenti di Camaldoli, dalla teologia delle realtà terrene, di Maritain e di altri.

Credo – continua – che il suo migliore ricordo si possa rinnovare  attraverso le sue parole che ci ha affidato: “Oggi, se mi guardo indietro, sento l’orgoglio di essere stato parte, nelle mie proporzioni, di una pagina straordinaria della vita italiana e di averla vissuta in Italia, in Europa, nel mondo con il privilegio di rivestire responsabilità pubbliche, per le quali sono grato al mio Paese, alla gente lucana, alla Democrazia Cristiana, che mi hanno onorato di un mandato, che ho cercato di assolvere in tranquilla e consapevole coscienza”.

I democratico-cristiani della Basilicata sono impegnati, come è stato già annunciato, in un progetto difficile ed ambizioso: far tornare lo scudo crociato –Libertas sulle schede elettorali. Sono certo che il Presidente Colombo ne sarebbe fiero ed orgoglioso come noi tutti”.

Nella foto in basso quella preferita da Colombo con i contadini

colombo con i contadini

Morte Colombo, Giordano (Ugl):”Perdita di un maestro”.

”La Basilicata perde un maestro, protagonista della democrazia italiana sin dalla nascita della Repubblica, ininterrottamente presente nelle istituzioni e nelle assemblee rappresentative, con lui se ne va un attore di primissimo piano di oltre sessant’anni di vita pubblica nazionale, uno dei grandi protagonisti della storia italiana dal dopoguerra a oggi. Lascia a noi lucani il ricordo indelebile della sua lunga esperienza di vita e l’opera da lui prestata”.

E’ il ricordo del segretario regionale dell’Ugl Basilicata metalmeccanici, Pino Giordano il quale ricorda la scomparsa di “un simbolo della nostra vita democratica”, che “è stato capace di segnare tanti momenti fondamentali delle nostre istituzioni”. Il Presidente Colombo – aggiunge il segretario Ugl – và soprattutto ricordato per i tanti posti di lavoro che ha creato per la Basilicata e di quanti giovani si rivolgevano a lui per un aiuto occupazionale. Ha consolidato il ruolo e la presenza internazionale del nostro Paese, concorrendo così in modo determinante a fare la storia dell`Italia repubblicana, una grave perdita per il nostro territorio”.

 

Morte Colombo, cordoglio di Agorà (Associazione di formazione politica)

“Io ho avuto la fortuna di vivere i tempi che hanno preceduto la Costituzione e  i tempi che hanno visto nascere e poi, partendo da posizioni diverse, costruirsi il testo della Costituzione.” Con queste parole il Presidente Emilio Colombo, il 28 dicembre 2010, iniziò la “lezione storica”  sulla stesura dei principi fondamentali della Costituzione organizzata per i giovani di Agorà Basilicata.
Ci lasciò una lezione ed una testimonianza straordinaria che è viva ancora oggi nella nostra memoria. Perciò in questo momento di commozione proviamo per lui un sentimento pieno di gratitudine. Lo ricorderemo quest’estate nell’evento dedicato al suo ultimo libro-intervista, che avevamo deciso di organizzare con la sua presenza.

Agorà (Associazione di formazione politica)

 

Morte Colombo, cordoglio di Filippo Margiotta (responsabile regionale PDL)

“L’improvvisa dipartita del Presidente Emilio Colombo, avvenuta a Roma, ha subito fatto il giro della nostra comunità regionale, vista la statura umana, politica, sociale ed economica dell’ex Presidente del Consiglio. Con la morte di Emilio Colombo, ultimo padre Costituente-la nostra nazione perde un leader carismatico e attento ai valori sociali, umani, religiosi, cattolici e politici”. E’ questo il giudizio offerto da Filippo Margiotta, responsabile e decano della politica del Centro-destra regionale dopo aver appreso della scomparsa del grande statista lucano. “Potenza-ribadisce Margiotta-piange un personaggio unico nel suo genere, capace di sviluppare con attenzione profonda e rigoroso senso delle istituzioni un ruolo di primo piano nel dibattito nazionale e internazionale. La recente presenza durante l’elezione al Senato della Repubblica e la lezione di costituzionalismo impartita al leghista Calderoli servano da esempio e da pungolo per l’azione politica”. Così Filippo Margiotta chiude la sua riflessione sulla scomparsa a Roma del leader della Democrazia Cristiana.

 

Morte Colombo, cordoglio del Senatore Carlo Chiurazzi (PD)

Ho avuto l’ onore di esprimere in aula, al Senato, in occasione dei 90 anni del Senatore a vita Colombo, i miei sentimenti di stima per lo statista e il costituente, il Presidente del Parlamento Europeo e il più volte Ministro;  e ho avuto la gioia di esprimere la mia gratitudine infinita  verso il leader democristiano e verso l’ uomo.
Vorrei consegnare, in questo triste giorno, pochi pensieri alla famiglia, a cui porgo le mie più sentite condoglianze. Pensieri accompagnati da grande commozione nel riportare la grande esperienze umana e morale e politica che Colombo fece vivere a noi giovanissimi cattolici, guidandoci personalmente nella formazione costituzionale, etica e politica ed accompagnandoci nell’ intenso e responsabile percorso di impegno politico che avrebbe portato il nostro Paese alla guida dei cattolici nella ferma convinzione del vitale intervento dei democristiani nei gangli istituzionali e politici del tempo.
Un uomo del Mezzogiorno, ma anche dell’ Europa; un uomo del passato e del presente, ma anche del futuro per la sua ampia visione nelle scelte; ma soprattutto un uomo dei valori umani, sociali, civili che non avrebbe dovuto mai lasciarci”.

 

Morte Colombo, cordoglio del presidente della Camera di Commercio di Matera, Angelo Tortorelli

“Con la scomparsa del Presidente Emilio Colombo, la Basilicata, l’ Italia e l’Europa hanno perso  uno dei massimi interpreti della volontà di fare  politica con impegno e dedizione , che tanto  ha attinto dalla tradizione cattolica e dai valori di democrazia e di libertà. E’ il ricordo del presidente della Camera di commercio, Angelo Tortorelli, alla scomparsa dell’ ultimo dei “Padri’’ della Costituzione , che ricoprì numerosi e prestigiosi incarichi istituzionali e seppe essere per la sua “pacatezza’’, nella capacità di analisi , un punto di riferimento nei momenti difficili .
“ Il presidente Emilio Colombo –ha detto Tortorelli-  è stato per quanti hanno potuto apprezzarne le qualità umane, la preparazione e la coerenza politica un modello di servizio per il Paese, per la Basilicata. Un “uomo del Mezzogiorno’’ che si è impegnato per far emergere e valorizzare le risorse, con umiltà e lungimiranza. Un metodo che auspico possa essere raccolto e trasferito in una nuova etica e stagione della politica per rinnovarla e metterla al servizio della gente, come il Presidente, ebbe modo di ribadire  in dibattiti e interventi con acute valutazioni e preziosi consigli’’.

 

Morte Colombo, il cordoglio di Prima Persona Basilicata

“Ci ha lasciato un padre costituente, uno grande statista, un protagonista assoluto della vita politica repubblicana degli ultimi cinquanta anni. La notizia della morte del senatore a vita, Emilio Colombo, ci addolora. Ha fatto del meridionalismo e dell’europeismo i capisaldi della sua attività di governo e nel suo spirito di servizio ritroviamo gli esempi per la politica del futuro. Ha mostrato fino all’ultimo l’attaccamento e il rispetto ai valori costituzionali, la sua storia, le sue qualità politiche ed umane, il legame mai spezzato con la sua terra hanno inorgoglito il popolo lucano  – vecchie e nuove generazioni – che lo ha sempre considerato punto di riferimento assoluto”. E’ quanto ha detto Mario Polese, coordinatore regionale dell’associazione politica “Prima Persona Basilicata” ricordando il senatore a vita scomparso.


Morte Colombo, nota del Comune di Pisticci

Con il senatore Emilio Colombo se ne va la maggiore figura della politica lucana nella storia repubblicana. Nella sua carriera politica ha ricoperto ruoli di primo piano fino alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Parlamento Europeo; Aveva 93 anni ed era l’ultimo costituente ancora in vita.
L’amministrazione Comunale ricorda con commozione uno dei maggiori protagonisti degli ultimi sessant’anni, un innovatore, un convinto meridionalista che ha legato il suo nome ad una stagione di riforme e interventi capaci di caratterizzare la storia recente della Nazione, della nostra regione e del Comune di Pisticci.
Allo statista, ricordiamo, è legata la stagione dell’industria della Val Basento, dei massimi livelli occupazionali della zona e una delle più grandi opere realizzate in Basilicata nel dopoguerra: la Basentana.
Di Emilio Colombo ci piace ricordare l’impegno costante in difesa della democrazia, la sua passione politica mai venuta meno, il suo orgoglio di meridionale e di lucano oltre all’eleganza, gentilezza, e disponibilità che sempre l’hanno contraddistinto.
Emilio Colombo si colloca tra i grandi della politica dai quali le giovani generazioni devono trarre ispirazione per un rinnovato e necessario impegno politico.

 

Morte Colombo, nota di Santino Bonsera, Presidente Premio Letterario Basilicata

“In memoriam”

Con la morte di Emilio Colombo scompare un grande lucano e uno dei più prestigiosi protagonisti della politica italiana ed europea: padre costituente, ha percorso tutto  il cursus honorum della politica italiana ed europea, sottosegretario all’agricoltura nel V e VI Ministero  De Gasperi, nel Ministero Pella, nel I Ministero Fanfani e nel Ministero di Scelba diventa protagonista della riforma agraria;  più volte ministro del Tesoro, nel 1964-65 consegue l’Oscar  per la lira quale moneta europea più forte;  Presidente del Consiglio dall’agosto  1970 al febbraio 1972; nel 1977 è eletto Presidente del Parlamento Europeo e nel 1979 viene eletto a suffragio universale eurodeputato. In riconoscimento del suo fondamentale contributo al processo di integrazione comunitaria, nel maggio 1979 gli viene conferito – terzo statista italiano dopo De Gasperi e Segni – il Premio Carlomagno.

È autore con il ministro tedesco del famoso Atto Colombo-Genscher sul quale si basano l’Atto unico Europeo per il Mercato Unico e il Trattato di Maastricht, dando un contributo notevole alla costruzione di un nuovo disegna europeo. Rieletto nel 1989 al Parlamento Europeo, è relatore del Progetto della Costituzione Europea. Richiamato nella vita politica nazionale, nel 1992 viene ancora una volta nominato Ministro degli Esteri e in tale qualità tratta a Tokio con il Ministro degli Esteri russo Kozirev il programma di aiuti economici dell’Occidente alla Federazione Russa per l’avvio delle sue trasformazioni economiche e sociali. Nel novembre 1996 a Mosca gli viene conferita la laurea “Honoris causa” dall’Istituto di Stato per le relazioni internazionali della Federazione russa.

Il 14 gennaio 2003 viene nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.

Il 7 ottobre 2011 la Fondazione Jean Monnet per l’Europa gli conferisce la Medaglia d’oro.

Dal molto sintetico Curriculum emerge la personalità di un uomo votato alla politica “intus et in cute”, interpretata nella sua più nobile e profonda accezione e svolta ai più alti livelli di responsabilità nazionale ed internazionale.

Meridionalista e europeista convinto, il suo nome si colloca a fianco di altri due  grandi uomini politici lucani, Nitti e Fortunato; come questi, Colombo, sorretto da viva coscienza nazionale, ha guardato ai problemi della sua regione in una visione ampia inserendoli nel contesto italiano.

La sua morte colpisce innanzitutto la Basilicata per la forte presa che ha avuto sul  popolo lucano e per la presenza costante nella vita politica della regione, della quale è stato, per così dire, il deus ex machina per oltre mezzo secolo, e priva del suo maggiore artefice il Premio Letterario Basilicata, di cui ha sostenuto il cammino sin dalla fondazione nel 1972, assecondandone le giuste ambizioni e svolgendo con signorile discrezione il suo ruolo di presidente onorario.

In oltre quarant’anni di vita dell’istituzione, ha espresso il massimo rispetto per l’autonomia e per la libertà intellettuale delle giurie. De resto, la sua concezione dei rapporti tra politica e cultura era incentrata sulla reciproca indipendenza e sulla netta distinzione dei ruoli, pur nella leale collaborazione che si sarebbe dovuta esprimere in una critica promovitrice che, in definitiva, è l’unico terreno sul quale la cultura può incontrarsi con la politica. La quale, se non è sorretta e guidata dall’impegno intellettuale, non ha la forza per rinnovarsi. Di qui l’accento che Colombo poneva sull’obbligo dello Stato e degli Enti territoriali ad apprestare provvidenze adeguate per la diffusione della cultura e per il sostegno all’associazionismo culturale, convinto com’era che una distorta e meschina politica culturale si risolve in un male per la stessa democrazia.

A conclusione di ogni edizione del “Basilicata”, canonici erano i suoi richiami al lavoro intellettuale come retroterra della democrazia e come legame civile per la natura stessa della cultura, che è quella di riflettere, giudicare, soffrire la Polis. 

Il 24 settembre prossimo avrebbe certamente partecipato con i soci del Circolo Spaventa Filippi alla presentazione del Carteggio De Robertis-Piccioni in programma nel Gabinetto Scientifico Letterario Vieussrux a Palazzo Strozzi di Firenze. Al ritorno da Torino, ove aveva presentato il suo recente libro, aveva convenuto sulla giustezza della richiesta di chi scrive di presentare il suo recente libro in prima a Potenza in occasione della prossima edizione del Premio. .

È la prima e l’ultima volta che risulterà assente alle manifestazioni del Premio, dopo 41 anni di indefettibile fedeltà al “suo” Premio. Purtroppo, non sentiremo più quelle dotte sintesi dei motivi culturali ed etico-politici che il  Premio “Basilicata” ha proposto lungo oltre quarant’anni, sintesi che suscitavano ammirazione nei dotti ospiti per la lucidità e la perspicacia delle sue analisi, per l’ordito logico delle sue argomentazioni, per gli accenni a fatti e avvenimenti politici e diplomatici, non registrati dalla storia, con i quali esemplificava concetti e affermazioni. Ci mancherà la sua presenza rassicurante e la sua affezione e sollecitudine nel sostenere il Premio.
Lo ricordiamo con gratitudine, rimpianto e tanta nostalgia.

Santino Bonsera, Presidente Premio Letterario Basilicata

 

 

 

W LA TROTTOLA – Sergio Laterza commenta la dipartita di Emilio Colombo con un interrogativo inquietante: “E mò’? In una notte di plenilunio abbiamo perso anche lui. Lucania sempre più povera!”

 

 

LA BIOGRAFIA DI EMILIO COLOMBO (Wikipedia).

Emilio Colombo è nato a Potenza l’11 aprile 1920 si è spento a Roma nella serata del 24 giugno 2013.

Esponente di spicco della Democrazia Cristiana, è stato il 15º presidente del Consiglio, più volte ministro e presidente del Parlamento Europeo. Senatore a vita dal 2003, è stato l’ultimo padre costituente a morire.

Laureato in giurisprudenza, fu eletto per la prima volta deputato all’Assemblea Costituente nel 1946, per poi essere riconfermato in tutte le legislature fino alle dimissioni da deputato nel 1992. Membro storico della Democrazia Cristiana, è stato anche parlamentare europeo dal 1976 al 1980 e dal 1989 al 1992.

Emilio Colombo fu uno dei più giovani Costituenti, eletto nel 1946 a 26 anni; in quel periodo Francesco Saverio Nitti disse su di lui: «È un colombo che volerà».[1] Dopo aver rivestito in numerosi governi l’incarico di sottosegretario all’Agricoltura, è ministro dell’Agricoltura nel I governo Segni e nel governo Zoli, passa quindi al Commercio Estero (Fanfani II) e all’Industria, commercio e artigianato (Segni II, Tambroni, Fanfani III e Fanfani IV). Colombo è uno dei maggiori artefici dell’elezione alla Presidenza della Repubblica di Antonio Segni, del quale fu uno dei principali collaboratori in occasione della Riforma agraria.

Dal 1963 al 1968 è ministro del Tesoro. In tale veste, non si discosta dalla linea della Banca d’Italia, e applica una politica di ortodossia finanziaria (opposta alla linea keynesiana promossa da Antonio Giolitti, ministro del Bilancio e della programmazione economica dal 1963 al 1964). Nel gennaio del 1966, Colombo presiede la riunione del Consiglio dei Ministri delle Comunità Europee in cui viene raggiunto il “compromesso di Lussemburgo” che reintegra la Francia al Mercato comune, dopo il periodo detto della “sedia vuota”.

È stato Presidente del Consiglio dei ministri nel periodo 6 agosto 1970 – 17 febbraio 1972, primo presidente espresso dalla Basilicata dall’avvento della Repubblica, e secondo dall’Unità di Italia dopo Francesco Saverio Nitti. Prima dell’esperienza alla guida del governo e nel periodo successivo ha guidato a più riprese importanti dicasteri ministeriali quali il Tesoro, le Finanze, il Bilancio e gli Esteri. Dal 1977 al 1979 è Presidente del Parlamento Europeo, l’ultimo nella composizione a suffragio indiretto dell’assemblea comunitaria. Nel 1979 gli viene attribuito il Premio Carlo Magno.

Ministro degli Esteri nel Governo Forlani, nel I e II Governo Spadolini e nel V Governo Fanfani, è fautore di una linea di chiaro orientamento atlantista, anche se non sempre in totale accordo con l’amministrazione americana, come nel caso della cosiddetta “guerra dell’acciaio”, quando l’Italia respinge le richieste statunitensi di sanzioni economiche verso l’Urss.

Colombo ha partecipato attivamente alla transizione della Democrazia Cristiana nel nuovo Partito Popolare Italiano (PPI) di Mino Martinazzoli, avvenuta nel 1994. In occasione del primo congresso del partito, nel luglio del 1994, è stato tra i principali sostenitori della segreteria di Rocco Buttiglione.

Tuttavia nel 1995 nella querelle che divise il PPI tra i favorevoli ad un’alleanza di centrodestra con Berlusconi (guidata dal segretario Rocco Buttiglione) e i favorevoli ad un’alleanza col centrosinistra con Prodi (guidata da Gerardo Bianco e dal presidente Giovanni Bianchi), egli aderì alla linea di Gerardo Bianco, prendendo le distanze da Buttiglione.

Pur senza incarichi di partito e uscito dal Parlamento dall’agosto 1992 (le sue dimissioni si resero necessarie perché in quell’occasione la Segreteria della DC stabilì l’incompatibilità tra la carica di ministro e quella di parlamentare), militò nel PPI fino al 2001, quando abbandonò il partito in polemica con la dirigenza che non gli aveva riservato un collegio al Senato per le elezioni politiche del 2001. Passò quindi a Democrazia Europea di Sergio D’Antoni che lo candidò al Senato in un collegio della Basilicata, dove tuttavia non venne eletto. Dal 1986 al 2003 è presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore della Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 1993 al 1995 è presidente dell’I.D.C. (Internazionale Democratico-Cristiana).

Emilio Colombo (Potenza, 11 aprile 1920 – Roma, 24 giugno 2013) è stato un politico italiano. Esponente di spicco della Democrazia Cristiana, è stato il 15º presidente del Consiglio, più volte ministro e presidente del Parlamento Europeo. Senatore a vita dal 2003, è stato l’ultimo padre costituente a morire.

È stato nominato senatore a vita nel 2003 da Carlo Azeglio Ciampi.

Dopo le elezioni politiche del 2006, Colombo sostenne con il suo voto il secondo governo Prodi.

Nella XVI legislatura ha aderito al gruppo dell’UDC-SVP-Autonomie al Senato, insieme ai colleghi senatori a vita Francesco Cossiga e Giulio Andreotti.

Il 7 ottobre 2011 a Losanna viene insignito della medaglia d’oro della Fondazione Jean Monnet in riconoscimento dei suoi meriti nella nascita e nello sviluppo della Comunità Economica Europea e dell’Unione Europea.

Il 15 marzo 2013, nella seduta di apertura della XVII legislatura, e nella seconda seduta del 16 marzo 2013, è presidente provvisorio dell’assemblea in quanto componente anagraficamente più anziano, in sostituzione del senatore a vita Giulio Andreotti (avendo quest’ultimo rinunciato all’ufficio per motivi di salute). Nel corso della seconda seduta è eletto e proclamato il nuovo presidente del Senato, Pietro Grasso.

Dal 6 maggio 2013, giorno della scomparsa di Giulio Andreotti, al 24 giugno 2013, giorno della sua morte, è stato il più anziano senatore in carica e l’unico padre costituente ancora in vita.